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NUOVI ARTICOLI INSERITI

NOTA BENE: per visionare i NUOVI ARTICOLI, andare sulla pagina ARGOMENTI e cliccare sull’argomento indicato (dall’elenco a discesa) alla fine del TITOLO dell’articolo stesso – (nella pagina HOME sono inseriti gli articoli che riguardano temi di interesse comune).

 


11 giugno – Video sul digestato – https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=1228208930680507&id=140669976101080&sfnsn=mo

(in Finte fonti rinnovabili / Biogas)


7 giugno – Bruxelles deferisce l’Italia alla Corte Ue su smog e fogne – (in Ambiente)


4 giugno – Clean Air Dialogue, il 4 giugno a Torino la firma del protocollo “Aria pulita” – (in Qualità dell’aria…)


4 giugno – Aree contaminate: in Italia 6 milioni di persone a rischio – (in Ambiente)

14 maggio – COMUNICATO STAMPA – SALVIAMO LE PINETE GROSSETANEI GUFI – GRUPPO UNITARIO FORESTE ITALIANE – (in Salviamo le pinete)


9 maggio – Comunicato stampa sulla sentenza CGUE contro l’art. 35 SBLOCCA ITALIA – (in Rifiuti (discariche, compostaggio, gas di discarica e gas residuati dai processi di depurazione…)

6 maggio – Giù le mani dalla Pineta del Tombolo! – Comunicato nazionale del 1 maggio e articolo    – (in Salviamo le pinete)

29 aprile – Contaminazione da mercurio dell’asta fluviale Paglia-Tevere – (in ACQUA…)

13 aprile – Fermate i tagli dei lecci storici sulle Mura! (in Ambiente / Tutela del paesaggio)


26 marzo – Vivarelli Colonna replica “Non svendiamo la Diaccia”(in Parchi / Diaccia Botrona)

18 marzo – Flora e Fauna – S.O.S. Foreste! Documento elaborato dal Centro Parchi
Internazionale-Missione Natura-Roma 2019 di Franco Tassi – (in Parchi)

18 marzo – Flora Nazionale – Parco e Fauna – L’Albero della Vita
Meno cemento, più verde: è forse chiedere troppo?
Per il bene comune, la salute e la qualità della vita. di Franco Tassi – (in Parchi)

10 marzo – Amiata e geotermia elettrica inquinante e speculativa – (in Geotermia)

5 marzo – L’UE è stata citata in giudizio perché sta accelerando i cambiamenti climatici. (in HOME)

28 febbraio – L’avidità dei biogassisti – (in Finte fonti rinnovabili / Biogas)

27 febbraio – Diaccia Botrona – Provincia di Grosseto – Estratto avviso d’asta (in Parchi / Diaccia Botrona)

26 febbraio – ERRATA CORRIGE Il comitato di Roccalbegna fa il pieno a Santa Fiora – Comitato per la Tutela del Territorio di Roccalbegna
(in Geotermia)

4 febbraio – La nuova legge per la geotermia in Toscana: un’occasione perduta (in Geotermia)

26 gennaio 2019 – La sentenza del Consiglio di Stato per inceneritore Scarlino
Conseguenze in Regione pari a zero (in Inceneritori / Inceneritore Scarlino)

8 novembre 2018 – Auto-finanziamento della Campagna #SbloccaItaliagameover – (in HOME)

7 novembre 2018 – Decreto Foreste. European Consumers contro il nuovo Governo: “Incurante del danno ambientale” (in Ambiente / Foreste)

19 settembre 2018 – Quali impianti per coltivare quale geotermia? (in Geotermia)

3 agosto 2018 – Qualità dell’aria in Toscana: trend positivi ma permangono criticità – (in Qualità dell’aria…)

NOTA BENE: nei link sottostanti è possibile scaricare i file in PDF o CSV (Excel) per il no2, le pm10, e sulla relazione annuale, andando su pubblicazione, si può scaricare il testo completo in PDF

http://www.arpat.toscana.it/notizie/arpatnews/2018/099-18/qualita-dellaria-in-toscana-trend-positivi-ma-permangono-criticita

http://www.arpat.toscana.it/documentazione/catalogo-pubblicazioni-arpat/relazione-annuale-sullo-stato-della-qualita-dellaria-nella-regione-toscana-anno-2017

http://www.arpat.toscana.it/datiemappe/dati/no2-medie-annuali

http://www.arpat.toscana.it/datiemappe/dati/pm10-numero-superamenti-del-valore-giornaliero-di-50-microgrammi-m3

http://www.arpat.toscana.it/datiemappe/dati/pm10-medie-annuali

27 luglio 2018 – Impianti di trattamento rifiuti e rischi di incidenti rilevanti (in Rifiuti (discariche, compostaggio, gas di discarica e gas residuati dai processi di depurazione…)

25 luglio 2018 – Rapporto Agenzia Europea per l’Ambiente: le acque superficiali e sotterranee – Meno del 40% delle acque superficiali è classificato “buono”, che era l’obiettivo stabilito dalla Direttiva Europea che doveva essere raggiunto entro il 2015 (NDR: titolo volutamente poco chiaro avrebbero dovuto scrivere: più del 40% delle acque superficiali è classificato “cattivo” !) (in Acqua (reti, esondazioni, falde, bonifiche)…

24 luglio 2018 – Da Sentinel 5-P i primi dati sulla qualità dell’aria – (in Qualità dell’aria…)


L’UE è stata citata in giudizio perché sta accelerando i cambiamenti climatici.

Le politiche Europee sulle fonti rinnovabili stanno portando alla deforestazione, alla perdita di biodiversità e all’aumento di anidride carbonica nell’atmosfera rispetto alla combustione del #carbone.
Non sono infatti il solare e il fotovoltaico le principali fonti rinnovabili bensì le biomasse (in particolare la legna) che rappresentano il 65% delle  energie rinnovabili.
Da tempo, esperti di tutto il mondo denunciano la follia europea che considera le biomasse fonte rinnovabile. 
E mi piace sempre ricordare che uno dei primi a evidenziare l’assurdità di questa scelta fu Leonardo Maugeri, esperto di energia a livello mondiale, che fu attaccato da più parti e tacciato di essere pro-fossile da chi spesso non sa neanche la differenza fra potenza ed energia o fra fonte energetica primaria e secondaria. 
The NewScientist ha scritto: “I bilanci del carbonio dei paesi sviluppati nascondono una #truffa, i cui effetti a lungo termine potrebbero essere molto più dannosi dello scandalo dei mutui subprime che ha portato alla recessione globale del 2008”. 
In effetti gli incentivi alle biomasse sono una truffa ai danni dell’ambiente. Correi di questa truffa siamo noi cittadini, spesso ignari, che garantiamo gli aiuti economici. 
Un’alleanza di organizzazioni ambientaliste e cittadini hanno citato in giudizio l’UE chiedendo che le biomasse non siano più incentivate perché si stanno accelerando i cambiamenti climatici. 
In realtà, andrebbe citato in giudizio soprattutto il Parlamento Europeo. 
Ricordo, infatti, che la Commissione europea per il 2030 aveva fissato un obiettivo contenuto (27%), sulla base delle relazioni tecniche redatte da esperti in materia di energia. 
I parlamentari europei, in particolare i rappresentanti italiani, hanno spinto, insensatamente, per fissare un obiettivo più ambizioso (folle) fino al 32%, in rialzo al 35%. Una percentuale irraggiungibile con le attuali tecnologie a meno di non distruggere enormi superfici forestali. 
Il Pianeta Terra è uno solo e non esiste un piano B. 
E’ un dovere morale fermare questa follia. 
https://www.newscientist.com/article/2195495-eu-sued-for-making-global-warming-worse-by-subsidising-wood-burning/?utm_medium=SOC&utm_source=Facebook&fbclid=IwAR31gvuqXH9I2rzCJR9Fcnl9pz02-IPk79P6TNWRcGew1fJHUcPLl5reo4g#Echobox=1551720561
#nobiomassa #nobiogas #nobiometano



8 novembre 2018

Auto-finanziamento della Campagna #SbloccaItaliagameover

Cari tutti,sono in procinto domani di partire per Barcellona per partecipare come ospite d’onore e descrivere la nostra Campagna nazionale all’assemblea di venerdi sera a Montcada (Barcellona) e sabato dalla mattinata in avanti al Forum Residu Zero 2018 a Barcellona.Mentre vi scrivo abbiamo già delineato altri 3 eventi, come quello del 23 novembre a Mestre (Venezia), quello del 24 a Padova ed il primo a Roma il 2 dicembre presso il Municipio VIII (Garbatella/Laurentino), ed altri che si stanno delineando in questi giorni.Vi ricordo gli impegni che insieme abbiamo concordato al Meeting di PARMA del 6 Ottobre scorso, e che costituiscono l’asse portante della Campagna stessa come :1) l’organizzazione di eventi con pranzo/cena sociale con quota di sottoscrizione a supporto della Campagna, a cura dei rispettivi coordinamenti / associazioni aderenti, 2) la vostra attiva partecipazione come persone / associazioni alla donazione di una quota dell’importo totale di 25.000 Euro, avendo già raccolto 5.000 Euro da alcuni di noi, che può essere effettuata sul sito https://www.produzionidalbasso.com/project/sbloccaitaliagameover-contro-gli-inceneritori-per-una-vera-economia-circolare/ 3) IN ALTERNATIVA la possibilità di inviare direttamente un BONIFICO al nostro Movimento Legge Rifiuti Zero per il supporto alla Campagna nazionale da inviare sul nostro conto ricaricabile presso BANCA ETICA ag. di Roma IBAN  Carta Evo – IBAN IT32 D035 9901 8990 5018 8536 2214) ADERIRE formalmente al Movimento nazionale Legge Rifiuti Zero (laddove rappresentiate una associazione costituita legalmente su base provinciale o regionale) di cui allego lo STATUTO, compilando il MODULO allegato e versando la quota di 50 € annuali sullo stesso IBAN;5) PROMUOVERE LE FIRME per la petizione on-line su Change.org per chiedere la REVOCA del DPCM 10-8-2016 SBLOCCA ITALIA, rivolta al ministro Costa ed al governo, che ritengo debba essere RILANCIATA DA TUTTI VOI CON LA CONDIVISIONE SUI SOCIAL E CON OPPORTUNE MAILING LISThttps://www.change.org/p/sergio-costa-revocate-il-decreto-attuativo-dello-sblocca-italia-per-vecchi-e-nuovi-inceneritori
Sono convinto che INSIEME siamo in grado di raggiungere TUTTI QUESTI OBIETTIVI e di arrivare alla Corte europea di Lussemburgo avendo già un risultato importante in termini di DIFFUSIONE e di INFORMAZIONE oltre che FINANZIARIO per coprire le spese dell’intera operazione. ASPETTO VOSTRI URGENTI E CONCRETI RISCONTRI SU QUESTI PUNTI, DI CUI TROVATE I MATERIALI DIVULGATIVI SUL NOSTRO SITO  WWW.LEGGERIFIUTIZERO.ORG 
Un abbraccio a tutti — 
Massimo Piras
Coordinatore nazionale
Movimento Legge Rifiuti Zero per l’Economia Circolare
Sede in Roma piazza V. Emanuele II n. 2 www.leggerifiutizero.org – Cell. 3403719350


Salute sull’Amiata: indagine Invetta, a che punto siamo

a cura di: Daniela Nuvolone


2/5/2018

Il 23 aprile scorso è stata presentato al Teatro degli Unanimi di Arcidosso, ad una folta platea di cittadini, amministratori e tecnici, un primo resoconto del progetto InVetta – Indagine di biomonitoraggio e valutazioni epidemiologiche a tutela della salute nei territori dell’Amiata: il progetto che l’Agenzia regionale di sanità della Toscana ha avviato per studiare la salute degli amiatini ed i principali fattori di rischio presenti nell’area. Si tratta di un’indagine su un campione di 2mila persone, di età 18-70 anni, residenti nei comuni dell’Amiata maggiormente interessati dalle emissioni degli impianti geotermici.
Com’è organizzata l’indagine
Il progetto prevede la raccolta di un campione di sangue e urine per determinare la presenza di metalli pesanti (arsenico, mercurio, cromo, tallio e tanti altri) e per effettuare alcuni esami di laboratorio come glicemia, colesterolo, creatinina etc. Inoltre ai partecipanti viene fatta una visita per misurare la pressione, rilevare peso e altezza ed eseguire una spirometria per valutare la loro salute respiratoria. Infine viene loro somministrato un questionario approfondito su abitudini, ambiente di vita e di lavoro, storia clinica personale e percezione del rischio. Una quantità considerevole di analisi e controlli, tutti gratuiti per i cittadini.

L’indagine risulta piuttosto complessa da un punto di vista logistico in quanto prevede l’attività di: sei ambulatori per il prelievo dei campioni di sangue e urine, uno per ogni comune interessato; quattro ambulatori per la spirometria e la compilazione face-to-face del questionario; due laboratori di analisi, uno per i metalli e l’altro per i parametri emato-chimici. E’ coinvolto un numero considerevole di professionisti, di varia estrazione, che comprende, oltre al personale ARS, operatori dell’Asl Toscana Sud est, i medici di medicina generale, il Laboratorio di Sanità pubblica di Siena e il Laboratorio di analisi di Nottola.

L’indagine, dopo una campagna, sostenuta anche dalle amministrazioni comunali, per sensibilizzare la cittadinanza a partecipare, è partita di fatto il 19 maggio 2017 con i primi prelievi di sangue nei comuni del versante senese, ed il 13 giugno nel versante grossetano. Oltre ad arruolare un campione di popolazione generale estratto dall’ARS, utilizzando come criteri di stratificazione il genere, l’età, il comune di residenza e l’esposizione alle emissioni geotermiche, è stata lasciata la possibilità alla popolazione di autocandidarsi come volontari per la partecipare allo studio, vista l’importanza in termini di sanità pubblica dell’indagine. 

Com’è composto il campione
Ad oggi sono 1.065 le persone che hanno aderito allo studio InVetta: 992 (93.1%) hanno già completato tutte le analisi previste.
Nella mappa seguente è riportata la localizzazione del campione (punti gialli) e dei residenti (punti neri), rispetto alle centrali geotermiche (stelle verdi).

mappa campione Invetta

Ben 629 persone (59%) si sono candidate volontariamente. Come mostra il grafico seguente, la distribuzione dei volontari per comune di residenza mostra una situazione piuttosto disomogenea, con la percentuale maggiore nel comune di Arcidosso e la più bassa in quello di Castell’Azzara.

invetta percentuali volontari

La forte presenza di volontari impone necessariamente una riflessione metodologica in fase analitica. I volontari, infatti, possono essere una fonte di introduzione di distorsioni delle stime, i cosiddetti “bias di selezione”, cioè possono non essere rappresentativi della popolazione generale o perché più attenti al proprio stato di salute, o viceversa perché più a rischio.

Se si considera il campione estratto dall’ARS dalle liste anagrafiche, rispetto alle numerosità previste per ciascun comune di residenza, si osserva un tasso di risposta medio del 51.1% , con il valore più alto a Arcidosso (55.6%) e il più basso ad Abbadia San Salvatore (47.0%). Le donne partecipano più degli uomini (57% contro il 43%) e la fascia d’età più rappresentata con il 38.4% è quella degli over 55, mentre quella più scarna è quella degli under 40 (26%).

Principali parametri emato-chimici e metalli: prima valutazione descrittiva 
Riguardo i parametri emato-chimici, una prima valutazione relativamente ai superamenti dei valori di riferimento è riportata nella tabella sottostante. Al netto del fatto che si tratta di considerazioni del tutto preliminari, il valore che più colpisce è il dato sulla ipercolesterolemia: il 47% del campione analizzato ha livelli di colesterolo sopra i 200 mg/dl.

invetta valori ematochimici

Per quanto riguarda i metalli, nella tabella che segue si riportano le principali descrittive, per ciascuno dei 10 metalli analizzati, relative ai campioni effettuati fino al 31/12/2017. Solo per il mercurio nel sangue, a causa di problemi tecnici degli strumenti di misura, si riporta una numerosità più bassa. In tabella sono presenti anche i valori di riferimento della popolazione italiana professionalmente non esposta, prodotti e pubblicati nel 2017 dalla Società italiana valori di riferimento (SIVR). Sono stati, inoltre, definiti dei livelli di attenzione il cui superamento prevede la ripetizione del campione. Tali limiti sono stati determinati considerando o i livelli biologici di esposizione (BEI), così come definiti dalla letteratura, o una soglia pari a 5 volte il 95° percentile, nel caso di metalli per i quali non si hanno valori di BEI. Anche nel caso di valori di creatinina >3 g/L (urine troppo concentrate) o <0.3 g/L (urine troppo diluite), la persona viene invitata a ripetere l’analisi.

invetta analisi metalli

Il tallio e il mercurio nel sangue sono i metalli per i quali è stato osservato il maggior numero di superamenti del 95° percentile della popolazione di riferimento SIVR. E’ opportuno ricordare che il superamento del 95° percentile non è direttamente associabile ad effetti avversi sulla salute, a meno di studi specifici sulle relazioni dose-effetto alle concentrazioni osservate.  Per l’antimonio e il cromo è riportato solo il 95° percentile poiché presentano una percentuale di valori al di sotto del limite di quantificazione maggiore del 50% (90% per l’antimonio e 74% per il cromo).

invetta sforamenti metalli

Se si osserva la distribuzione degli sforamenti del 95° percentile SIVR per comune di residenza (vedi grafico sottostante), si nota come gli sforamenti per il tallio siano maggiori nel comune di Santa Fiora, mentre quelli per mercurio nel sangue nel comune di Arcidosso. Per l’arsenico è ancora Santa Fiora il comune con più sforamenti, mentre molto bassi sono quelli di Castell’Azzara. In generale i comuni del versante grossetano presentano un numero di sforamenti maggiori di quelli registrati nei comuni del versante senese.

invetta superamenti metalli per comune

Se si analizzano questi primi dati considerando il sesso, l’età, l’abitudine al fumo e il fatto di essere un volontario o parte del campione, si osservano alcuni trend interessanti. Per l’arsenico, ad esempio, si osserva una associazione con l’età (valori più alti nella classe 18-40 anni) e con il fumo.

invetta media geometrica arsenico

L’associazione con il fumo, come atteso, è confermata anche per il cadmio, per il quale si osservano valori più alti nelle donne e negli over 40.

invetta media geometrica cadmio
invetta media geometrica tallio

Per il tallio, invece, diversamente da quanto atteso secondo le indicazioni di letteratura, non abbiamo riscontrato un’associazione con il fumo. Questo fatto, oltre ai valori piuttosto alti osservati nel campione analizzato, impone degli approfondimenti specifici per questo metallo: già da ora, ai partecipanti con un valore 5 volte superiore al 95° SIVR che vengono quindi richiamati per ripetere l’analisi, viene analizzato anche un campione di acqua al rubinetto di casa, in modo da escludere una contaminazione dell’acqua potabile.

A che punto siamo con l’indagine
Si precisa che quella presentata è una panoramica del tutto parziale dei risultati dello studio InVetta. La raccolta dei campioni è tuttora in corso e probabilmente continuerà per tutto il 2018; da giugno inizierà anche la fase di raccolta dei campioni di controllo, ovvero dei residenti in altri comuni della zona non interessati dalle attività geotermiche. I dati presentati sono parziali anche perché, a parte l’abitudine al fumo, nell’analisi non si è potuto tener conto della notevole quantità di informazioni raccolte mediante il questionario e ad oggi non sono stati ancora analizzati i dati sulle spirometrie.

Al netto di questa parzialità, si tratta comunque di un campione di numerosità consistente, quasi 740 persone, che forniscono comunque delle indicazioni importanti, come per esempio per il tallio, che è un elemento poco conosciuto e studiato, per il quale si ritiene opportuno da subito programmare ulteriori approfondimenti per studiare la presenza nel territorio dell’Amiata.

Si rimanda alle presentazioni allegate a questo approfondimento per una trattazione completa dei primi risultati sui livelli di metalli nel sangue e nelle urine. Nelle slide è riportata anche per ciascun metallo una scheda riassuntiva delle caratteristiche dell’elemento, delle principali vie di esposizione e dei valori di riferimento.

Per informazioni, chiarimenti o segnalare la propria candidatura
Questi sono i contatti:

invetta contatti

Per avere chiarimenti o supporto per la lettura dei referti si prega di contattare la Dott.ssa Letizia Centi tel. 3292604878, o U.F. Igiene Pubblica e Nutrizione – Setting Ambiente e Salute Riccardo Frazzetta, via Serdini 46 Abbadia San Salvatore, dal lunedì al venerdì ore 9:00-12:00 o rivolgersi al proprio medico di base.

Daniela Nuvolone, Daniele Petri, Fabio Voller  – ARS Toscana
Maria Cristina Aprea – Laboratorio di Sanità Pubblica Area Vasta Sud Est, Azienda Usl Toscana Sud est

Per approfondire

Leggi e scarica le presentazioni illustrate alla cittadinanza il 23 aprile ad Arcidosso:


ambiente

Italia nostra: «La Provincia “svende” la riserva della Diaccia Botrona»

di Redazione – 20 novembre 2018 – 17:58

Più informazioni su

Diaccia Botrona 2017

CASTIGLIONE DELLA PESCAIA – «La Provincia di Grosseto ha pubblicato un bando di asta pubblica con cui vende, anzi svende, il patrimonio pubblico di immenso valore naturalistico della riserva regionale della Diaccia Botrona». Ad affermarlo il presidente della sezione Maremma Toscana di Italia Nostra Michele Scola.

«La Provincia rinuncia alla gestione di terre così importanti per la conservazione degli habitat e per la biodiversità, per privatizzare un bene sul quale, in futuro, decideranno i privati, che entreranno in contrasto inevitabile con le leggi ed i regolamenti di tutela che vi insistono attualmente. Noi tutti sappiamo quali rischi si corrono: sversamento di “fanghi agricoli”, digestato, impianti a biogas, oppure, ancor peggio, edificazioni, impianti produttivi, stabilimenti».

«Sappiamo che questi terreni sono all’interno dell’area protetta, ma siamo anche consapevoli di quanto debole è la legge di tutela, e insufficienti i controlli – prosegue Italia nostra -, e di quanto invece sia forte la volontà di lucro del privato, spesso disposto anche ad aggirare la legge e i vincoli. Riteniamo questa scelta a dir poco sconveniente, e foriera di futuri problemi ambientali».

«Invitiamo la Provincia a riconsiderare questa scelta fortemente sbagliata, e di pensare in primo luogo alla tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, ispirando, come di dovere, la propria azione amministrativa agli articoli 9 e 32 della Costituzione. Auspichiamo che tali terreni restino in mano pubblica, cioè dei cittadini, che devono goderne i servizi ecosistemici senza che vi possa essere competizione o temperamento con interessi privati. Ci faremo proponenti presso gli organi dello Stato affinché tali beni possano essere acquisiti dal demanio statale».


https://www.facebook.com/alberto.colazilli/posts/2209431189090201

Intervista ad Alberto Colazilli – Storico dell’arte esperto di paesaggio e giardini storici. Marketing beni ambientali e culturali. – Curatore parchi e giardini


WWF Italia ONLUS

Il Delegato regionale per la Toscana

Roberto Marini

email: delegatotoscana@wwf.it

PEC: wwftoscana@pec.wwf.it



Da: Franco Ferroni
Inviato: lunedì 22 ottobre 2018 16:26
Oggetto: WWF: DIRETTIVA QUADRO ACQUE 2000/60/CE – CONSULTAZIONE PUBBLICA EUROPEA  

DIRETTIVA QUADRO ACQUE 2000/60/CE

PARTECIPIAMO ALLA CONSULTAZIONE PUBBLICA EUROPEA

In molti in Europa stanno cercando di rendere completamente inefficace la Direttiva UE Quadro Acque; in particolare ci sono proposte per posticipare ancora i termini per raggiungere il “buono stato ecologico” dei corpi idrici, termine già prorogato dal 2015 al 2017…! 

Secondo gli ultimi dati, il 60% di fiumi, ruscelli, laghi e zone umide europee non è in buona salute. Per generazioni abbiamo distrutto e inquinato le nostre fonti di acqua usandole irresponsabilmente. 

La situazione delle nostre acque interne è allarmante: solo il 43% dei 7494 fiumi, considerati nell’ambito dei Piani di gestione acque, è in un “buono stato ecologico”, come richiesto dalla Direttiva Quadro Acque (2000/60/CE), mentre il 41% è ben al di sotto dell’obiettivo di qualità e un 16% non è stato nemmeno classificato. Ancora più grave la situazione dei 347 laghi, di cui solo il 20% è “in regola” con la normativa europea. 

La consultazione popolare sulla Direttiva europea è stata avviata dalla Commissione Europea, sotto il silenzio generale, il 17 settembre scorso e si concluderà 4 marzo 2019   

Proteggere le nostre risorse idriche è fondamentale non solo per la nostra sopravvivenza, ma anche per quella di centinaia di specie animali e vegetali che senza fiumi, laghi, zone umide e ruscelli in buono stato sarebbero destinati all’estinzione. 

Il WWF, insieme ad un’ampia coalizione internazionale e nazionale (in Italia sono 20 le associazioni che hanno aderito all’appello di salvaguardare la Direttiva Acque) si sta adoperando per promuovere la partecipazione alla Consultazione, fornendo anche le risposte pre-definite per chi magari non ha tempo di approfondire o di compilare l’intero questionario.

La Coalizione italiana “Living Rivers” che promuove la Campagna #Protect Water è composta da: AIPIN – Associazione Italiana per l’Ingegneria Naturalistica, APR – Alleanza Pescatori Ricreativi, ARCI, Associazione Watergrabbing, CATAP – Coordinamento Associazioni Tecnico-scientifiche per l’Ambiente ed il Paesaggio, CIRF – Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale, Federazione Pro Natura, FIPSAS, Gruppo 183, INU – Istituto Nazionale di Urbanistica, Italia Nostra, Kyoto Club, Legambiente, LIPU, SIEP – Società Italiana di Ecologia del Paesaggio, SIGEA, Slow Food, Spinning Club Italia, TCI – Touring Club Italiano, WWF

DIFENDIAMO LA DIRETTIVA QUADRO ACQUE

Compilate e fate compilare il questionario on – line sulla Direttiva. Il numero di questionari riempiti sarà determinante nei tavoli di discussione europei.

       Trovate il format per aderire alla Campagna a questo link:  https://www.wwf.it/protectwater.cfm

Dott. Franco Ferroni

Responsabile Agricoltura

Specialista Senior Area Biodiversità

WWF Italia

Via Po 25/c

00198 ROMA

Email: f.ferroni@wwf.it

Cell. 329.8315744

Tel. Uff. 06.84497254

Telelavoro: 0733.694125

Skype: f.ferroni63

Segui le attività del WWF Italia sul sito: www.wwf.it


L’inquinamento ha effetti nocivi sul feto

Che si tratti di carbone, gas naturale, benzina, diesel, legno, la combustione di uno qualsiasi di essi produce particelle fini, cioè particelle con diametro inferiore a 2,5 micrometri. Queste particelle sono così piccole da essere in grado di attraversare direttamente il flusso sanguigno umano nei polmoni e possono contribuire a gravi malattie polmonari e cardiache.

Al congresso internazionale della European Respiratory Society a Parigi, il 16 settembre, i ricercatori britannici hanno presentato nuove prove che queste particelle migrano effettivamente nella placenta delle donne incinte. “È un problema preoccupante. Esiste una massiccia associazione tra l’inquinamento atmosferico che una madre respira e l’effetto che ha sul feto “, dice la dott.ssa Lisa Miyashita della Queen Mary University di Londra.

La ricerca non ha fornito una risposta definitiva sul fatto che il particolato possa viaggiare dalla placenta al feto, ma se possono arrivare così lontano, c’è una buona possibilità che possono introdursi fino al bambino.

“Non sappiamo se le particelle che abbiamo trovato possano anche spostarsi nel feto, ma le nostre prove suggeriscono che questo è effettivamente possibile”, afferma il dottor Norrice Liu, un membro del gruppo di ricerca. “Sappiamo anche che le particelle non hanno bisogno di entrare nel corpo del bambino per avere un effetto negativo, perché se hanno un effetto sulla placenta, questo avrà un impatto diretto sul feto”.

La professoressa Mina Gaga dell’ospedale toracico di Atene in Grecia, afferma: “Questa ricerca suggerisce un possibile meccanismo di come i bambini sono influenzati dall’inquinamento pur essendo teoricamente protetti nell’utero. Ciò dovrebbe sensibilizzare sugli effetti nocivi dell’inquinamento atmosferico nelle donne in gravidanza. Abbiamo bisogno di politiche più rigorose per un’aria più pulita, per ridurre l’impatto dell’inquinamento sulla salute in tutto il mondo, perché stiamo già assistendo a una nuova popolazione di giovani adulti con problemi di salute “.

In effetti, uno studio recente, che ha coinvolto 500.000 bambini, indica che l’inquinamento atmosferico può avere un impatto negativo significativo sul funzionamento cognitivo. Uno studio nel 2016 ha trovato nanoparticelle tossiche alloggiate nel cervello umano. Questo ha conseguenze disastrose.

Forse è ora di smettere di discutere sulle tasse sul carbonio, il cambiamento climatico, lo scioglimento dei ghiacci e altro ancora. Forse invece l’accento dovrebbe essere posto sulla cessazione della dipendenza del mondo dai combustibili fossili, ma non per quello che fanno per l’ambiente, ma per quello che fanno a noi e ai nostri figli.

La gente compra la confezione e non il prodotto si potrebbe dire. Ma le persone potrebbero essere più ricettive all’idea che i combustibili fossili siano da eliminare se possiamo dimostrare che sono un pericolo chiaro e presente per la nostra salute e quella dei nostri bambini.

Non c’è bisogno di regolamenti, sconti o quote governative. Nessuna interferenza nel libero mercato. Nessun dibattito senza fine su perdite di metano o perforazioni nell’Artico. È sufficiente educare le persone in modo che comprendano la reale minaccia che i combustibili fossili sono per tutti noi. In caso non funzioni nemmeno questo, siamo davvero senza speranza.


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Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio

UNA LEGGE “DAL BASSO” PER ARRESTARE IL CONSUMO DI SUOLO.

La proposta del Forum nazionale Salviamo il Paesaggio è arrivata alla Camera.

Nel febbraio 2018 il Forum nazionale Salviamo il Paesaggio (Rete nazionale formata da oltre 1.000 organizzazioni e decine di migliaia di aderenti individuali) ha sottoposto a tutte le forze politiche la sua Proposta di Legge “NORME PER L’ARRESTO DEL CONSUMO DI SUOLO E PER IL RIUSO DEI SUOLI URBANIZZATI”. Alla stesura del testo normativo ha lavorato per 13 mesi un Gruppo di Lavoro Tecnico-Scientifico multidisciplinare formato da 75 persone (architetti, urbanisti, docenti e ricercatori universitari, geologi, agricoltori, agronomi, tecnici ambientali, giuristi, avvocati, funzionari pubblici, giornalisti/divulgatori, psicanalisti, tecnici di primarie associazioni nazionali, sindacalisti, paesaggisti, biologi, attivisti…).

Il 23 marzo, giorno dell’insediamento della nuova legislatura, il Movimento 5 Stelle ha depositato alla Camera il testo di legge elaborato dal Forum e rubricato come AC63, prima firmataria l’On. Federica Daga.

Un atto importante, poichè consentirà a questo nostro testo, nelle prossime settimane/mesi, di porsi come riferimento per tutte le necessarie discussioni in seno alla commissione competente.

La Proposta di legge è uno strumento per salvaguardare gli spazi vitali per il benessere dei cittadini e delle nostre comunità.

Contrasta il consumo di suolo libero impedendo nuove edificazioni: le esigenze insediative e infrastrutturali saranno soddisfatte esclusivamente con il riuso, la rigenerazione del patrimonio insediativo ed infrastrutturale esistente.

Costituisce, inoltre, attuazione dell’articolo 42 della Costituzione, secondo il quale «la proprietà è pubblica e privata» e «la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge… allo scopo di assicurarne la funzione sociale».

Il consumo di suolo ha già divorato circa 23.000 chilometri quadrati del nostro territorio, una superficie pari all’Emilia Romagna, passando dal 2,7% degli anni ’50 al 7,6% stimato nel 2016.

Secondo l’ISTAT nel nostro Paese sono presenti oltre 7 milioni di abitazioni non utilizzate, 700 mila capannoni dismessi, 500 mila negozi definitivamente chiusi, 55 mila immobili confiscati alle mafie. E il nostro Paese è in grado, oggi, di produrre appena l’80-85% del proprio fabbisogno primario alimentare, contro il 92% del 1991.

ECCO PERCHE’ OCCORRE UNA LEGGE NAZIONALE !

Trovate tutto su: http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/la-nostra-proposta-di-legge/

per maggiori approfondimenti:

Salviamo il paesaggio


La nostra pineta NON DEVE FINIRE IN FUMO!


https://www.change.org/p/sergio-mattarella-no-all-uso-di-boschi-e-foreste-a-fini-energetici-nelle-centrali-a-biomasse

COMUNICATO STAMPA ISDE 19-FEBBR 2018

L’Associazione Medici per l’Ambiente ISDE Italia e il Gruppo di Ricercatori e Scienziati di Energia per l’Italia esprimono la più profonda preoccupazione per la recentissima approvazione da parte di entrambi i rami del Parlamento del Decreto Legislativo “Disposizioni concernenti la revisione e l’armonizzazione della normativa nazionale in materia di foreste e filiere forestali” in attuazione dell’articolo 5 della legge 28 Luglio 2016, n. 154 ed attualmente alla firma del Presidente Mattarella.Il D.Lgs favorisce in modo incondizionato e sistematico il taglio esteso di boschi ed aree, fino ad oggi protette, per l’utilizzo delle masse legnose a fini energetici nelle centrali a biomasse. Tale pratica comporterebbe inevitabilmente un ulteriore aggravio dell’inquinamento atmosferico con ricadute negative per salute della popolazione italiana, dimenticando che l’Italia, con 90 mila morti premature all’anno sulle 487.600 del continente europeo, è ai vertici di questa triste classifica e per questo sotto procedura d’infrazione.Già oggi in Italia le biomasse solide sono responsabili di circa il 70% del PM2,5 primario, che rappresenta (dati ISPRA) circa la metà del PM2,5 totale, responsabile di 59.630 decessi prematuri ogni anno secondo l’UE. Si può stimare quindi che la combustione di biomasse in Italia sia responsabile, considerando le sole emissioni di particolato, di numerosissime morti premature, di ricoveri per patologie acute (soprattutto negli esposti più suscettibili come bambini e anziani), di alterazioni della fertilità, della gravidanza e del periodo perinatale e di numerose patologie croniche (soprattutto cardio-respiratorie, metaboliche e neurologiche) per le quali è ormai riconosciuto un importante ruolo causale per questo inquinante atmosferico. Agli effetti delle emissioni di particolato andrebbero aggiunti gli impatti ambientali e sanitari da emissioni di composti organici clorurati, VOCs, IPA, metalli pesanti, spesso non adeguatamente monitorati e, in alcuni casi, persino non normati.E’ quindi veramente paradossale che, di fronte al problema dei cambiamenti climatici, della perdita di biodiversità e fertilità dei suoli, dei recenti devastanti incendi di cui sempre più, dal Nord al Sud, si sospetta il legame criminale con le centrali a biomasse*, invece che conservare gli alberi esistenti e piantarne altri, se ne incentivi il loro abbattimento.E’ dimostrato che lasciare boschi e foreste alla loro evoluzione naturale ne favorisce la ricchezza in biodiversità ed anche in ambiente urbano la presenza di alberi aumenta il benessere psicofisico delle persone, contrastando anche patologie degenerative quali Parkinson e Alzheimer.

Un’assurda interpretazione delle “energie rinnovabili” porta ancora una volta a incentivare i processi di combustione (biomasse, biogas, biometano, rifiuti…) piuttosto che la sola, vera energia rinnovabile rappresentata dal sole e dai suoi derivati (vento, onde, maree). Si dimentica che aumentare la fertilità dei suoli restituendo alla Terra il materiale organico ottenuto da compostaggio – e non certo il digestato da impianti a biogas- aumenta il sequestro di Carbonio dall’atmosfera, nonché biodiversità e fertilità dei suoli, contrastando in modo determinante anche i cambiamenti climatici. Chiediamo che vengano finalmente ascoltati gli appelli che da anni autorevoli Ricercatori, Scienziati e Giuristi rivolgono ai decisori politici** e che si aprano Tavoli Tecnici con esperti indipendenti nel settore dell’energia.

Rivolgiamo quindi un vibrante appello al Governo affinché non adotti – e al Presidente della Repubblica affinché non firmi – questo disastroso Decreto legislativo, ricordando che boschi, suolo, paesaggio sono Beni della Collettività e come tali salvaguardati dalla Costituzione Repubblicana e non ulteriore occasione di profitto per pochi soggetti privati.

19 febbraio 2018

Il Presidente Il Presidente del Gruppo

ISDE ITALIA Energia per l’Italia

Dott. Roberto Romizi Prof. Vincenzo Balzani

COMUNICATO STAMPA